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Visualizzazione dei post da agosto, 2025

Tempo

  Laggiù intravedo un albero o meglio una radice. Una sua semplificazione. Dal seme si dipartono due rami di radice e dalla fine di ogni ramo una biforcazione che rappresenta, in un ipotetico grafico a radice, una duplicazione del seme originario e così fino alla morte. È questa la mia immagine del tempo ora che nel grafico mi trovo decisamente verso il basso a tentare di risalire al seme.

Devoto Oli 1971

sènso s. m.  1. Facoltà di ricevere impressioni da stimoli esterni: animali dotati di s.; organi di s. | più com. Ciascuna delle funzioni per cui l'organismo vivente raccoglie gli stimoli provenienti dal mondo esterno e dai suoi stessi organi, informandone o meno la coscienza: i cinque s., la vista, l'udito, il gusto, il tatto e l'odorato; al pl., gli strumenti periferici che ricevono gli stimoli esterni (cioè gli organi di s.): percepire coi s., per mezzo dei s. | Sesto s., ipotetica facoltà capace di percepire per vie extranormali; più com., capacità d'intuizione singolare o non comune | Sempre al pl., attività degli organi di senso: perdere l'uso dei s.; con riferimento al dominio della coscienza: perdere i s., per svenimento; riprendere i s., ritornare in sé.  2. Con riferimento alla connessione dei sensi all'esclusivo ambito materiale, questi possono rappresentare una funzione conoscitiva imperfetta e limitata (le illusioni dei s.) o anche 'l'impul...

Sènso

Ho guardato sul mio vocabolario il termine. non ho trovato che al quarto posto qualcosa di analogo a quello che io intendo per senso. è chiaro che i sensi (plurale) siano i cinque o sei e che normalmente ogni sapiens sapiens individua, sa.  La mia domanda tuttavia è: cosa significa sensi al singolare? La mia risposta è empirica ed è: la somma e rapporto dei cinque o sei. Nulla più. In una somma di percezioni energetiche (sensi) ricaviamo un significato (senso) che poi utilizziamo per dire ad esempio: questo caffè è acqua. Quando intendo percezione energetica non mi riferisco ad una corrente filosofica o religiosa, bensì a ciò che razionalmente può essere definito uno qualsiasi dei cinque. Nel tatto ad esempio, non c'è un contatto di atomi ma esclusivamente delle loro energie (parola ovviamente da enucleare). In quest'ottica a me appare evidente quanto la narrazione abbia deviato la realtà. I cinque sensi non sono esattamente come li penso ma più precisamente delle "reazion...

Ma

 Sono letteralmente incantato de come un sillaba, ma, si trasformi in un superlativo assoluto.

Parola

La nostra logica ubbidisce sempre ad episodi ambigui che qui definisco simbionti. Non si tratta di semplici eventi, né di meri atti percettivi: sono unità ibride, in cui ciò che accade e ciò che viene colto nell’accadere si intrecciano senza possibilità di separazione. Un episodio simbionte non è dunque un fatto esterno e nemmeno una pura impressione interiore, ma la loro co-presenza operativa, il loro reciproco vincolarsi. Gli episodi e il percettivo sono legati tra loro come due metà di un circuito che, una volta chiuso, produce un’immagine. Questa immagine non è neutra: essa suscita un gradimento o un rifiuto, ci appare come piacevole o spiacevole. Tuttavia, ciò che inizialmente respingiamo può, in un tempo immaginato e successivo, tornare a noi mutato. Comprendendo alcuni suoi aspetti nascosti, la stessa immagine può venire a piacerci. In questo senso il tempo non è un semplice sfondo, ma una forza di riassestamento del senso: ciò che non poteva essere accolto in un primo momento, ...

Parola

La nostra logica ubbidisce sempre ad episodi ambi che io chiamo simbionti. Gli episodi e il percettivo sono legati tra loro. Entrambi disegnano un'immagine e questa immagine ci piace o no. È tuttavia possibile che in un' immaginato tempo successivo, una volta capiti alcuni aspetti l' immagine venga a piacerci. Tiro per i capelli i numeri. La più parte della nostra logica è nulla più che una parte essenziale di cui, un ipotetico ingegnere folle, ci ha, come si dice ora, ingenierizzato. Una cosa senza cui, guardandoci ora, saremmo dei sacchi di organico, rusco. Non noi come entità biologica, noi come nostre parole.  

Parola

 Declinato da un significato sugli scritti (sulle parole scritte anche da scriventi e quindi non necessariamente da Scrittori) che a mio avviso sono distributori di tempo e quindi anche operatori di pace, ho provato ad estendere il concetto alla parola. E' mia convinzione che la parola sia un oggetto, un oggetto bicondizionale e bicondizionante assieme.  Parto da un mio presupposto, non un dogma ma una convinzione, e cioè che, se il dicente non avesse un udente la parola non esisterebbe, così come uno scrivente non esisterebbe nella dimensione parola se non avesse un udente. Quindi la parola non esiste se non come oggetto ambo, coppia. Da qui la bicondizionalità, due condizioni (presupposti) e due condizionamenti (effetti) , diventano essa stessa oggetto ambo. Due oggetti ambi. Una parola. La parola, al di là dello ioide, del neuroimaging della semantica e di tutto il resto è essa stessa un oggetto che dilata il tempo di reazione dell'impulso atavico che, per sintesi non certo...

Scrittura digitale

L’origine della scrittura, come hanno mostrato Schmandt-Besserat (*Before Writing*, 1992) e Goody (*The Logic of Writing and the Organization of Society*, 1986), nasce come **strumento di contabilità e registrazione**, prima ancora che come veicolo di narrazione o poesia. Le prime tavolette mesopotamiche documentano merci, tributi e scambi, mostrando come la scrittura servisse a **trasformare la relazione sociale e politica**, riducendo l’arbitrio e stabilizzando le promesse. Walter J. Ong (*Orality and Literacy*, 1982) evidenzia che le culture orali, pur sofisticate, sono intrinsecamente performative e conflittuali; la scrittura stabilizza, organizza e separa, creando spazi cognitivi più analitici. Derrida (*De la grammatologie*, 1967) sottolinea che scrivere non è semplice trascrivere, ma **costituire senso e differire la presenza**, sospendendo la violenza immediata dell’oralità. Questi principi storici e teorici trovano oggi un’estensione radicale nella **scrittura digitale**, che ...

Zoologia del sapiens

La scrittura come contabilità del conflitto

L’origine della scrittura non va compresa primariamente come tentativo di trascrivere la parola, bensì come tecnica di registrazione e calcolo. Le più antiche testimonianze mesopotamiche mostrano un uso della scrittura per la gestione di merci, tributi e scambi, prima ancora che per la narrazione o la poesia. Essa nasce come strumento di memoria esterna, necessario per preservare informazioni che non possono più essere affidate unicamente alla memoria umana. In questa prospettiva, la scrittura assume un carattere politico: riduce il rischio di conflitto trasformando la forza in regola. La parola orale, bicondizionale e immersa in relazioni reciproche, espone a contraddizione continua; la scrittura, invece, stabilizza, fissa e converte il dire in traccia verificabile. La scrittura nasce dunque come tecnica contabile, evolvendo in tecnica politica e istituzionale. Jack Goody ha sottolineato come il passaggio dall’oralità primaria alla scrittura consenta nuove forme di organizzazione soci...

Zoologia del sapiens

 Perfetto. Ti propongo una trattazione articolata e critica dal titolo: Zoologia del sapiens (Trattato terra-terra su un animale sbilenco) 1. Classificazione tassonomica Nome scientifico : Homo sapiens sapiens Ordine : Primati Famiglia : Hominidae Genere : Homo Specie : sapiens Sottospecie : sapiens (sì, si è raddoppiato da solo, per sicurezza) Questa creatura si è classificata da sé, ha scelto il nome “sapiente”, e lo ha scritto due volte, come fanno i bambini quando vogliono insistere: sapiens sapiens , come a dire “davvero, lo giuro”. Nessun’altra specie si è nominata con tanta enfasi. Il topo non si chiama mus geniale , il corvo non si chiama corvus sagax . Ma il sapiens ha fatto eccezione: si è messo in testa di essere il pensiero della natura, l’intelligenza fatta carne. 2. Morfologia generale Il sapiens è un animale bipede, con postura eretta e cranio sproporzionato rispetto al corpo. Ha mani prensili, occhi frontali, e un cervello capace di astrazione, cioè...