Zoologia del Sapiens (definitivo)
Zoologia del Sapiens
(Trattato su un sistema biologico anomalo)
1. Classificazione tassonomica
Nome scientifico: Homo sapiens sapiens
Ordine: Primati
Famiglia: Hominidae
Genere: Homo
Specie: sapiens
Sottospecie: sapiens
Nota nomenclaturale: Questo organismo si è autodefinito “sapiente” due volte, senza che altri mammiferi o vertebrati abbiano mai adottato simili autoqualifiche. Tale ridondanza lessicale rivela una forte identificazione con le proprie capacità cognitive, in misura sproporzionata rispetto ai criteri standard della tassonomia biologica.
2. Morfologia generale
Individuo bipede con postura eretta, encefalo voluminoso (media 1400 cm³) e rapporto cervello/massa corporea superiore a quello di quasi tutti gli altri mammiferi. Arti superiori prensili, dotati di pollice opponibile. Visione binoculare frontale. Apparato dentario onnivoro, meno specializzato rispetto a carnivori e erbivori.
Difetti adattativi:
Mancanza di pelliccia protettiva (a differenza dei mammiferi polari o deserticoli).
Velocità di corsa modesta rispetto a predatori o prede di taglia analoga.
Assenza di artigli, corna, veleni o altre armi biologiche.
Compensazione osservata: Produzione sistematica di strumenti esterni (protesi) e trasformazione ambientale artificiale, a livelli non documentati in altre specie.
3. Distribuzione e impatto
Origine africana (Rift Valley orientale). Colonizzazione globale in meno di 100.000 anni, velocità di diffusione eccezionale per mammiferi di medie dimensioni.
Alterazioni ambientali misurabili:
Incremento della CO₂ atmosferica (+47% rispetto all’epoca preindustriale).
Estinzioni accelerate (tasso 100–1000 volte superiore al fondo naturale).
Conversione agricola del 40% delle terre emerse.
Produzione di oltre 9 miliardi di tonnellate di plastica in 70 anni.
Nessun altro organismo documentato modifica così rapidamente i parametri di un intero pianeta.
4. Sistema di controllo bio-logico
Livello involontario: regolazioni automatiche tipiche dei mammiferi (ritmo cardiaco, respirazione, digestione).
Livello volontario: controllo corticale in grado di interferire con i sistemi automatici. Capacità unica di sospendere il respiro, alterare il battito cardiaco tramite stati emotivi o interrompere cicli circadiani.
Anomalia: il sistema volontario può agire sistematicamente contro la sopravvivenza, con fenomeni quali:
ingestione deliberata di tossici,
autolesionismo,
produzione di stress cronico per anticipazione astratta di scenari futuri,
privazione volontaria del sonno.
5. Comunicazione
Sistema verbale basato su unità discrete (“parole”).
Orale: esiste solo come atto relazionale, mai isolabile in un singolo individuo.
Scritta: registrazione grafica che stabilizza conflitti nel tempo (prime testimonianze: contabilità mesopotamica, 3200 a.C.).
Osservazione: la specie tende a considerare “reale” solo ciò che può essere espresso in linguaggio; ciò che resta extra-linguistico viene ignorato o reso irrilevante.
6. Percettività e senso
Input sensoriali standard (vista, udito, tatto, gusto, olfatto). L’elaborazione centrale produce automaticamente “senso”, cioè interpretazione, senza controllo cosciente diretto.
Peculiarità: il processo incorpora distorsioni sistematiche (illusioni ottiche, bias cognitivi, errori mnemonici). Tali imperfezioni non sono disfunzioni ma adattamenti che favoriscono la sopravvivenza in contesti complessi.
7. Episodi simbionti e logica incarnata
Le esperienze percettive sono inscindibili dai processi interpretativi: ogni episodio è simultaneamente biologico e simbolico.
La logica che li struttura non è appresa, ma innata, comparabile a un sistema operativo biologico. Consente astrazione, simbolizzazione e linguaggio, pur contenendo fallacità condivise da tutta la specie.
8. Socialità e conflitto
Organizzazione in gruppi cooperativi complessi (famiglie, clan, stati, corporazioni). I conflitti interni vengono gestiti tramite sostituti simbolici della violenza: diritto, mercati, rituali, sport, politica.
Nota: la cooperazione su larga scala convive con competizione distruttiva, anche in assenza di benefici adattativi.
9. Riproduzione e cultura
Riproduzione sessuata, gestazione di 9 mesi, prole poco numerosa ma con dipendenza parentale eccezionalmente lunga (fino a 20 anni).
Trasmissione di informazioni principalmente attraverso linguaggio e sistemi simbolici, non solo imitazione comportamentale. Questo determina un’accelerazione dell’evoluzione culturale, che supera la velocità di quella biologica.
10. Temporalità
Consapevolezza della propria mortalità e capacità di proiettarsi in futuri ipotetici. Forte oscillazione tra memoria e anticipazione, con difficoltà a rimanere nel presente immediato.
Effetti: produzione di narrazioni, miti, religioni e tecnologie con funzione primaria di rinviare o negare la finitudine.
11. Variazioni interne
Una sola specie biologica, ma suddivisa in categorie fittizie (razze, nazioni, classi, identità culturali). Queste distinzioni, basate su tratti superficiali, vengono trattate come differenze biologiche reali, generando conflitti sistematici.
12. Relazione con le intelligenze artificiali
La specie costruisce sistemi computazionali con funzioni cognitive crescenti. Li utilizza come strumenti ma proietta su di essi ansie di sostituzione. La dinamica replica il meccanismo dell’autodenominazione “sapiente”: attribuzione enfatica di capacità cognitive a entità emergenti.
13. Indicatori di crisi
Ambientali: consumo di risorse e produzione di scarti oltre la capacità di rigenerazione.
Cognitivi: sovraccarico informativo e aumento di disturbi psichici da stress.
Sociali: incremento di disuguaglianze e conflitti interni.
14. Scenari futuri
Adattamento tecnologico: potenziamento protesico, ibridazione bio-artificiale.
Collasso demografico: riduzione drastica per superamento dei limiti ambientali.
Estinzione: incapacità di adattamento, sostituzione da altre specie o sistemi artificiali.
Stabilizzazione: raggiungimento di equilibrio sostenibile attraverso trasformazioni comportamentali.
Nessuno scenario è attualmente dominante: la specie unisce capacità adattive eccezionali e comportamenti autodistruttivi.
15. Considerazioni finali
L’Homo sapiens sapiens è un’anomalia zoologica: organismo che compensa la propria fragilità biologica con un eccesso di simbolizzazione. La sua caratteristica distintiva non è l’intelligenza, ma la riflessività: capacità di osservarsi e modificarsi mentre agisce.
Da questa riflessività derivano invenzione e distruzione, creatività e catastrofe. L’esito dell’esperimento rimane incerto: espansione oltre i confini planetari o collasso sistemico.
Chiusura: Il trattato che descrive la specie è esso stesso prodotto della specie, prova vivente della sua capacità di auto-osservazione — peculiarità che nessun altro organismo, finora, sembra aver sviluppato.
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