Ortologìa

   Ortologìa

, sf. Disus. Ortoepia.Tramater [s. v.]: ‘Ortologia’: ...quella parte della grammatica che insegna il modo di pronunziare e di parlare rettamente.= Voce dotta, lat. scient. orthologia, dal gr. èp&oXoyla, comp. da èp{>6<; ' diritto, retto ’ e X6yo<; ' discorso ’; cfr. fr. orthologie e ingl. orthology (nel 1619).

Ortològico1
, agg. (plur. m. -ci). Che è proprio, che si riferisce all’ortologia.

Ortològico2
, sm. (plur. -ci). Filosofo che ra­giona, o reputa di ragionare, in modo logico.G. Gozzi, I-28-17: Un ortologico... faceva cenno alla lussuria ed all’ubbriachezza che salissero in cattedra seco.= Voce dotta, comp. dal gr. ópfró^ ‘ diritto, retto ’ e da logico (v.).


Questo il significato precedente.


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Ho comprato questo ch'è quel poco che ho trovato scoprendo poi leggendolo che si tratta di un'autentica rarità: uno dei pochi libri, se non l'unico, che ha un errore di stampa nel titolo.


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Ho indagato in rete e col mio significato non c'è. Esiste una materia non ben definita che "normalmente si scrive e pronuncia" ortoepia. Ma non c'azzecca colla mia. Dunque questa ortologia è una materia nuova, ma soprattutto una nuovo vocabolo o quantomeno un altro significato di una parola che, se c'è su un nuovo vocabolario, è una lemma tra i meno consultati. E questo mi rende fiero.


Prima di arrivare al succo volevo dire che mi hanno stupito i significati di epos in greco moderno e a quanto poco c' azzecchino col motivo per cui è stata usata nel comporre il vocabolo ortoepia. Quindi, tornando a piombo, l'


Ortologia

Parte da un postulato:

Quello che pensiamo non è ciò che diciamo o scriviamo.

Ciò serve unicamente per creare, attraverso la parola, due elementi che vanno tenuti separati: pensiero e parola. Pur essendo evidenti le varie maniere che hanno 'sti due, pensiero e parola, di starsene assieme nel nostro quotidiano più comune, alla loro relazione, di 'sti due, non si dà peso.

Tutto questo è un po' stupido.

Se la relazione è comune è importante non dico per tutti ma certamente per tanti studiarla per poi insegnarla. Potrei azzardare dei numeri, ma solo ad occhio.

Questi due elementi, pensiero e parola, la loro relazione quotidiana andrebbe insegnata dalla più tenera età fino quantomeno alla morte.

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