ottimismare
da ottimismismo, il sapore che resta in bocca leggendo le risposte dell'AI. Quando mi le rivolgo le dico: tu ottimismici.
L'esigenza nasce dal distinguere l'ottimizzare (scarto di materiale inutile e rilievo di quello utile) dall'applicazione dell'ottimismo tout court. Certo è che questo significato lo si può manifestare con una frase o una figura retorica (composta di più parole). Ottimismare sintetizza. Ottimizza.
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Ottimismare
Etimologia
Il termine "ottimismare" è un neologismo costruito a partire dal sostantivo "ottimismo" e dal suffisso verbale "-are". Nasce come alternativa a "ottimizzare", dal quale si distingue per il suo significato specifico legato alla prospettiva interpretativa e non solo alla selezione efficiente di elementi. È stato proposto per la prima volta nel contesto di una riflessione sul linguaggio come strumento non solo descrittivo ma anche attivo.
Significato
"Ottimismare" significa applicare una visione positiva o potenzialmente migliorativa a una situazione, un discorso o un'interpretazione. Non si tratta di un semplice atto di ottimismo ingenuo, ma di una forma di elaborazione attiva, capace di evidenziare aspetti favorevoli anche in contesti ambigui o difficili.
Il termine può essere usato con una doppia connotazione:
Positiva: quando rappresenta la capacità di cogliere opportunità, mantenere una visione costruttiva e affrontare situazioni complesse senza arrendersi al pessimismo.
Negativa: quando indica un eccesso di ottimismo, una forma di autoillusione o di minimizzazione delle difficoltà, spesso percepita come un'interpretazione forzata o ingenua della realtà.
Uso
"Ottimismare" può essere utilizzato sia come verbo transitivo sia intransitivo:
Transitivo: "Ha ottimismato il rapporto, nascondendo i problemi più gravi."
Intransitivo: "Davanti alle difficoltà, tende sempre a ottimismare."
Il termine può essere declinato in tutti i tempi e i modi verbali della lingua italiana: ottimismo, ottimismando, ottimismato.
Differenza rispetto a "Ottimizzare"
Mentre "ottimizzare" implica una selezione finalizzata alla massima efficienza, "ottimismare" agisce sul piano interpretativo, focalizzandosi sulla capacità di individuare prospettive positive. Non riduce, ma reinterpreta.
Contesto culturale
L'introduzione di "ottimismare" può essere interpretata come una risposta alla tendenza contemporanea di vedere l'ottimismo come una qualità obbligatoria e priva di profondità. Il termine riflette la consapevolezza che una visione positiva può essere sia un atto di saggezza sia una forma di autoinganno, a seconda del contesto e dell'intenzione.
Esempi d'uso
"L'azienda ha presentato il bilancio ottimismando i dati, nascondendo le perdite."
"Non si tratta solo di vedere il bicchiere mezzo pieno: bisogna ottimismare con realismo."
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