1+1=3

Premessa:

"Nella teoria della probabilità , un diagramma ad albero può essere utilizzato per rappresentare uno spazio di probabilità .

Un diagramma ad albero può rappresentare una serie di eventi indipendenti (come un insieme di lanci di monete) o probabilità condizionate (come pescare carte da un mazzo, senza sostituirle). [ 1 ] Ogni nodo sul diagramma rappresenta un evento ed è associato alla probabilità di quell'evento. Il nodo radice rappresenta l'evento certo e quindi ha probabilità 1. Ogni insieme di nodi fratelli rappresenta una partizione esclusiva ed esaustiva dell'evento padre.

La probabilità associata a un nodo è la possibilità che quell'evento si verifichi dopo l'evento padre. La probabilità che la serie di eventi che porta a un particolare nodo si verifichi è uguale al prodotto delle probabilità di quel nodo per quelle dei suoi genitori. [Wikipedia]"



Asserzione:

Un aspetto della formula 1+1=3 è che può e deve, essere letta anche al contrario mettendo il 3 alla base di un ipotetico grafico ad albero.

Il nodo, l' evento che determina la novità, il cambiamento, purtroppo ahimè, non è un' intuitiva moltiplicazione, bensì una divisione.

Dividendo l'unità che simboleggio con 3 in due, non possa che procedere in maniera imprecisa . Ciò è funzionale a che le due unità scisse siano osservabili, due oggetti, alfa e omega distinti. Il problema a questo punto è che se vogliamo dimostrare la falsità dell'asserzione dovremmo scrivere alfa+alfa=3. Se simboleggio alfa con "1", la funzione diventa: 1+1=3.

Così procede la nostra logica: per divisioni, con accettazione di calcoli accettati.

Se immagino un grafico ad albero di un mio unico pensiero che definisco col simbolo "3" e poi lo lascio andare, si scinderà con una progressione geometrica (semplifico) di molteplici "3" nodali. Si, se i nodi del grafico non fossero rappresentati con un "3" (o quanto più vi si approssimi), non farebbero parte del grafico. Nel grafico tanti "1" immaginati identici.

Immagino insomma di rappresentare una trina (1;1;3) in cui due elementi vengano immaginati identici. A questo punto, perché funziona il grafico ad albero? Non certo per la validità matematica della formula. Funziona esattamente per quello, perché è un errore così marchiano, che quasi la totalità di coloro che la leggono, suona talmente falsa che, chiunque ne avrebbe da dire. O scrivere.

Al primo nodo, la partenza, sarà un semplice "3" 

che genera due ipoteticamente identiche "altre "unità" 

che rappresenterò una col simbolo "1" e l'altra (col simbolo "1". 

Devo necessariamente simboleggiarle identiche, tralasciando dunque i rotti fino a che riesco a pensare a quei numeri come simboli.

Torno alla formula 1+1=3

Questa volta matematica.

E' sbagliata, non c'è pezza.

Tuttavia anche dal punto di vista matematico è corretta ma imprecisa. Basta aggiungere i decimali e ... i conti tornano!

... poi c'è un altro problema: il grafico non è ad albero ma a radice.

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